Terra di passaggio e roccaforte inespugnabile della Repubblica di Lucca, Coreglia Antelminelli è un piccolo borgo dall’illustre passato. Il suo nome è legato a doppio filo al grande condottiero Castruccio Castracani, ma i veri protagonisti della sua storia sono semplici artigiani. Gente umile ma ingegnosa che ha saputo trasformare un materiale povero in una vera e propria arte da esportare in tutto il mondo, le figurine di gesso.
Siamo alle porte della Garfagnana, a nord di Lucca, nella verde valle del fiume Serchio. Salendo dal fondovalle, Coreglia ci appare all’improvviso sul suo lungo crinale, protetta dalle cime appenniniche e da fitti boschi di castagno.
Coreglia Antelminelli è annoverata tra i Borghi più Belli d’Italia insieme alla vicinissima Barga. Quello che oggi è un piccolo paesino sonnolento vanta un passato importante, ed è stato frequentato da numerosi poeti, pittori e letterati. Tra questi Concetto Marchesi, Giuseppe Ungaretti e Carlo Carrà, che trovò nei paesaggi locali l’ispirazione per la sua rinascita artistica.
Negli eleganti palazzi cinquecenteschi nacquero poi Oreste Antonini, amico intimo di Giacomo Puccini, e Benedetto Puccinelli, uno dei più grandi botanici dell’Ottocento.
Corrilia, terra di scorrimento, luogo di passaggio. Il nome del paese conserva memoria della sua storia di borgo di confine della Lucca medievale. La specifica di Antelminelli fu aggiunta solo dopo l’Unità d’Italia per distinguere il comune dall’omonimo ligure, e ricorda la nobile famiglia locale che vi ha governato per secoli e a cui appartenne il famoso condottiero Castruccio Castracani.
Le prime testimonianze ci parlano di un castello di proprietà dei Rolandinghi, potenti feudatari locali a cui seguirà la famiglia Antelminelli.
A fine Duecento i Lucchesi conquistano il territorio ed eleggono Coreglia a capoluogo di una vicaria estesissima, tanto da coprire anche gli attuali comuni di Pescaglia, Bagni di Lucca e Borgo a Mozzano. Poco dopo il caso vuole che a diventare Capitano di Lucca sia proprio un Antelminelli. È il grande comandante Castruccio Castracani, succeduto poi dallo zio Francesco. In questo periodo Coreglia diventa contea, raggiungendo l’apice del suo splendore.
Nel Quattrocento, tornato in mani lucchesi, il castello segue la città nei suoi scontri con Pisa, Firenze e la signoria estense per il dominio della Garfagnana. Proprio per la sua fedeltà, nel 1562 Lucca le dona il titolo di commissariato, i cui confini sono tuttora ricalcati dal Comune odierno.
Finite le guerre, il castello comincia inesorabilmente a perdere di importanza. L’abitato a dire il vero cresce molto, estendendosi anche oltre le mura, ma la popolazione è mediamente povera e si basa su un’economia di sussistenza.
Tra Sei e Settecento si diffonde così la pratica di realizzare figurine, piccole statuette di gesso che venivano vendute per le strade principalmente come soprammobili o arredi sacri. Quella che all’inizio è un’umile lavorazione artigianale diventa presto una vera e propria arte, che i coreglini diffonderanno in tutto il mondo con l’inizio dell’emigrazione.
Prima di partire per l’estero, i figurinai si riunivano in compagnie, di cui facevano parte anche i ragazzi del paese, reclutati per vendere i gessi nelle strade. Tra questi qualcuno si distinguerà passando alla storia.
Uno di loro lo troviamo immortalato nel monumento sotto la chiesa di San Michele, nella piazzetta a lui dedicata. Il suo nome è Mario Pisani, che emigra in America all’età di soli tredici anni. Da venditore ambulante in poco tempo diventa socio dell’azienda in cui lavora, per crearne poi una tutta sua che sarà il riferimento del clero mondiale per le statue di gesso a tema sacro.
Un altro si chiama Zeffirino Poli, in America si fa chiamare Sylvester e con questo nome sarà ricordato come uno dei più grandi impresari teatrali e cinematografici degli Stati Uniti degli anni Venti. Sui suoi palchi si esibiranno persino Charlie Chaplin e Buffalo Bill.
L’ultimo si chiama Mansueto Rigali…ed è il bisnonno di Susan Sarandon.
Nella parte bassa di Coreglia si trova una delle chiese più antiche di tutta la Lucchesia. Costruita nel IX secolo, San Martino è stata più volte rimaneggiata nel tempo, ma il suo aspetto originario si mantiene nei tre capitelli a sinistra dell’ingresso e nell’architrave della porta presbiteriale. All’interno una Madonna del Rosario (1598) di Pietro Sorri, allievo e genero del Passignano i cui dipinti ornano il Duomo di Pisa, Lucca, Arezzo e Siena.
È la chiesa principale del paese. Costruita nel XII secolo come chiesa castellana a ridosso della prima fortezza di Coreglia, il suo campanile è costituito proprio dalla torre militare della rocca, la Torre Rolandinga. All’interno della chiesa, le due belle statue marmoree rappresentanti l’Annunciazione sono ascritte alla mano di Giovanni di Balduccio, scultore pisano molto attivo nella prima metà del Trecento.
Nella parte più alta del paese, nei pressi della Porta a Ponte, si trovano i resti della seconda rocca in ordine cronologico, costruita dai Rolandinghi nel XII secolo. Purtroppo i resti della fortificazione rimangono all’interno di una proprietà privata, ma anche da fuori si possono intravvedere i muraglioni, l’ingresso al ponte levatoio, la scalinata di accesso e i possenti bastioni cinquecenteschi. Nel 1953 in zona sono stati rinvenuti dei collegamenti sotterranei che sembrano unire la rocca con le altre due piazzeforti del castello.
In Via della Rocca, il cinquecentesco palazzo Vanni ospita un museo un po’ particolare, che in tre piani densi di cimeli, documenti e piccole opere d’arte ci spiega come la manualità, l’inventiva e una buona dose di intraprendenza possano risollevare le sorti di un popolo. La sede del museo non è per niente casuale: in questo palazzo nel 1883 il barone Carlo Vanni aveva istituito la Scuola di Disegno e Plastica per introdurre i giovani al mestiere di figurinaio, che lui stesso praticava. Nel 1915, trasferitosi a Vienna, il nobile dona l’edificio al Comune, che nel 1975 vi istituisce il museo che vediamo oggi.
Se ti trovi a Coreglia Antelminelli, non mancare di visitare la vicina Ghivizzano, un piccolo ma caratteristico borgo che condivide con il capoluogo i personaggi e la storia.
Due eventi particolari si tengono ogni anno a Coreglia, legati entrambi all’antica tradizione dei figurinai, il Concorso Nazionale di Scultura per un personaggio del presepe, che si tiene il secondo sabato di giugno, e Coreglia Terra di Presepi, giornata a ridosso del Natale in cui per le strade del borgo sono esposte decine e decine di pregevoli presepi realizzati dagli artigiani locali.
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