L'incredibile storia del Volto Santo di Lucca
Meta di pellegrinaggi fin dal Medioevo, tappa fondamentale della Via Francigena, immagine acheropita nonché la scultura lignea più antica dell’Occidente. Ti racconto la storia del Volto Santo di Lucca.
Il Volto Santo, un'immagine acheropita
Nicodemo, membro del Sinedrio e discepolo di Gesù, ce lo ricordiamo come quel signore che, armato di fede e un paio di tenaglie, aiutò Giuseppe di Arimatea a staccare Cristo dalla Croce e a deporre il suo corpo nel sepolcro. Ed è proprio in quest’atto che lo troviamo rappresentato nell’iconografia classica della Deposizione.
Quello che non tutti sanno è che, qualche tempo dopo, il fariseo si mise in testa di scolpire nel legno l’immagine di Gesù così come lo aveva salutato, forse per imprimere il momento nella memoria o per lasciare testimonianza dell’evento eccezionale a cui aveva avuto la fortuna di assistere.
Scolpita la croce e il corpo, Nicodemo però si arresta: non osa rappresentare il volto di Cristo, proprio non ci riesce. Dopo lunga preghiera si addormenta e al suo risveglio scopre con stupore che l’opera è stata completata dalla mano divina.
Ecco perché il Volto Santo di Lucca è considerato un’immagine acheropita (non frutto di opera umana), al pari della Madonna di Guadalupe e della Sacra Sindone.

L'approdo del Volto Santo a Lucca: un itinerario compiuto per volontà divina
Passano circa settecento anni. Anzi, è proprio il 782 d.C. quando la scultura viene rinvenuta a Gerusalemme da un vescovo che si trova lì in pellegrinaggio. Gualfredo – questo il nome – in seguito a una visione decide di portare la statua al riparo dagli infedeli. Posta su una barca priva di equipaggio, questa attraversa incolume tutto il Mediterraneo per raggiungere miracolosamente il porto di Luni.
Luni oggi non esiste più, la raderanno al suolo i Normanni nell’860 d.C., ma ai tempi della nostra storia è un vivace centro portuale. Approdato qui, il Crocifisso non si fa avvicinare né dai pirati né dai lunensi. Riesce a toccarla solo Giovanni I, il vescovo di Lucca che nel frattempo è accorso in tutta fretta perché informato del sacro bastimento da un angelo annunciante.
Nemmeno a dirlo, tra le due città è subito guerra per stabilire a quale delle due spetti ospitare la Santa Croce. Si decide così di affidare la decisione a una coppia di buoi: scegliendo da che parte tirare il carro su cui è posta la scultura, gli animali esprimeranno la volontà divina, che dovrà essere rispettata.
Come è facile intuire, il Volto Santo alla fine arriva a Lucca. I fedeli lo sistemano nella Chiesa di San Frediano, ma poi prontamente lo spostano in Duomo, dove tutt’oggi si trova, per venire incontro ancora una volta alla volontà divina. La scultura, infatti, era sparita dalla chiesa per materializzarsi miracolosamente negli orti vicini alla Cattedrale.

Il Volto Santo oggi: la devozione e le scoperte scientifiche
Dalla chiesa di San Frediano al Duomo di San Martino: è proprio questo il tragitto che i fedeli, lucchesi e non, ripercorrono ogni anno durante la solenne processione che si tiene la sera del 13 Settembre, la vigilia della Santa Croce.
Oltre a questa data, a Lucca il Volto Santo si festeggia anche il 3 Maggio; in entrambe le occasioni il Crocifisso viene addobbato con i suoi gioielli (il resto dell’anno li trovi esposti nel Museo della Cattedrale) e si aprono eccezionalmente le porte del tempietto realizzato nel 1484 da Matteo Civitali per ospitare la santa reliquia.
Ma torniamo alla storia del Volto Santo di Lucca.
Tramandata da un manoscritto del XII secolo redatto da un certo diacono Leboino, fino a non molto tempo fa era stata messa in forte discussione, tanto più che i critici d’arte, per questioni stilistiche, erano concordi nel datare l’opera allo stesso periodo di trascrizione della leggenda.
Questo fino al 2020, quando l’Opera del Duomo lucchese, in occasione delle celebrazioni per i 950 anni dalla fondazione della Cattedrale di Lucca, ha affidato all’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare una serie di analisi diagnostiche sull’opera. Ebbene, gli esami, eseguiti con il metodo del carbonio 14, hanno dato un risultato sorprendente: la scultura è databile tra gli ultimi decenni dell’VIII e l’inizio del IX secolo.
Ora, questa scoperta ha due importanti implicazioni. Primo, possiamo sostenere che l’opera non è una replica di un originale più antico andato perduto, come gli storici d’arte ritenevano fino ad oggi, ma è proprio la croce miracolosamente approdata a Lucca. Secondo, alla luce dei nuovi dati, il Volto Santo di Lucca diventa la più antica scultura lignea di tutto l’Occidente, sorprendentemente arrivata integra ai giorni nostri. E questo forse basta come miracolo, senza dover tirare in ballo Nicodemo o la mano divina.

Lucca come tappa fondamentale delle vie di pellegrinaggio
Anche se è difficile immaginarlo percorrendo oggi le sue piccole strade, Lucca nel Medioevo è stata una città vivace e cosmopolita, dove si potevano trovare sontuosi drappi e spezie esotiche, e al contempo riconoscere lingue di terre lontane.
Il motivo principale è la sua posizione strategica lungo la rete di percorsi che portavano alle grandi mete delle peregrinationes majores. Da Lucca passava chi dal nord o dal centro Europa desiderava raggiungere Roma, e da lì magari proseguire per Monte Sant’Angelo sul Gargano per arrivare a Gerusalemme. Sempre da Lucca transitavano i pellegrini che dal sud Europa desideravano recarsi a Santiago di Compostela.
Attenzione però, Lucca non era solo un luogo di attraversamento, ma un’importante tappa se non il vero e proprio punto di arrivo degli itinerari devozionali, e il motivo è proprio la presenza del Volto Santo e di altre importanti reliquie, come quelle di San Frediano, di San Ponziano e di San Regolo.
Due cammini per rivivere la storia del Volto Santo di Lucca
Oggi alcuni di questi percorsi devozionali sono stati ripristinati in chiave turistica.
Il più famoso è senz’altro la Via Francigena, la via romea praticata dai pellegrini provenienti dai territori transalpini. Il suo tracciato ufficiale è stato identificato grazie al diario personale che Sigerico, vescovo di Canterbury, scrisse di ritorno da Roma, ma questo non vuol dire che tutti i pellegrini intraprendessero lo stesso identico cammino.
C’era per esempio chi decideva di staccarsi dal percorso costiero, più o meno all’altezza di Pontremoli, per giungere a Lucca attraverso le valli del Magra e del Serchio, ricalcando a grandi linee la Via Clodia Nova romana. Questa variante interna della Francigena dal 2008 prende il nome di Cammino del Volto Santo e rappresenta un interessantissimo itinerario per scoprire con lentezza i più bei borghi della Lunigiana e della Garfagnana.

Viola Fiorentino
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