Annoverata tra i Borghi più Belli d’Italia e premiata dal TCI con la bandiera arancione, Barga non ha certo bisogno di molte presentazioni. Tuttavia, oltre alle attrazioni e ai monumenti che la rendono famosa, ci sono altri aspetti meno noti ma non per questo meno interessanti.
Eccoti una piccola guida in 10 punti per scoprire una Barga curiosa e inconsueta.
Barga, arroccata su un colle alto 410 m e circondata dalle vette degli Appennini e delle Apuane, ha come stemma una barca che solca il mare. Sul vascello campeggiano fieramente una vela spiegata e un bell’esemplare di pino.
Le perplessità che suscita questa curiosa raffigurazione si sciolgono indagando la storia della cittadina. Nel 1341 Barga diventa parte dello stato fiorentino, seguendone le sorti fino all’Unità d’Italia. Nel Cinquecento i Medici conquistano anche Pisa, che eleggono come sede dell’ordine marittimo dei Cavalieri di Santo Stefano. I cavalieri hanno bisogno di flotte, e le flotte di legname.
I boschi appenninici sopra Barga sono un punto perfetto di approvvigionamento: i tronchi, trasportati a valle dai buoi, vengono portati lungo la riva del fiume Serchio e quindi affidati alla corrente per poi essere raccolti alla foce del fiume; da qui, via mare, arrivano agli arsenali pisani per trasformarsi in imbarcazioni. Questo tragitto solcato per secoli prende il nome di Via dei Remi.
Che Giovanni Pascoli abbia vissuto i suoi ultimi anni a Barga per molti non è una novità, e chi non lo sapesse è la stessa cittadina a informarlo, con targhe commemorative che a ogni angolo ricordano il passaggio del suo abitante più illustre.
Il Pascoli si trasferì qui nel 1895, prendendo casa nella vicina Castelvecchio, ribattezzata Castelvecchio Pascoli proprio in onore del poeta. Attratto dai ritmi lenti del borgo e dalla sua splendida cornice naturalistica, passerà qui gli ultimi anni della sua vita. Diciassette ispiratissimi anni che daranno alla luce i versi più noti della sua produzione lirica. Oggi è possibile ripercorrere le orme del poeta visitando la sua casa museo e seguendo un itinerario cittadino a lui dedicato.
Una guida su Barga curiosa non poteva non menzionare il famoso doppio tramonto, fenomeno che richiama sempre più spettatori, soprattutto gli appassionati fotografi.
In alcuni periodi dell’anno da Barga è possibile ammirare il tramonto due volte nello stesso giorno. Il fenomeno non ha niente di magico, ma è dovuto alla particolare conformazione del Monte Forato, una delle vette delle Apuane meridionali. Il sole prima tramonta dietro il monte e poi torna ad apparire, per l’ultima volta, attraverso il suo caratteristico arco naturale, offrendo l’illusione di un doppio tramonto.
Il suggestivo spettacolo è visibile dal sagrato del Duomo, il punto più alto di Barga, i giorni 10 e 11 di novembre e poi ancora il 30 e il 31 gennaio.
Se c’è una cosa che distingue Barga dagli altri borghi della Garfagnana è la quantità d’arte che riesce a contenere.
I rapporti col Granducato hanno permesso al piccolo centro di contare su artisti del calibro dell’Ammannati, del Tempesti e dei Della Robbia, ma già nel Duomo romanico troviamo le stesse maestranze che lavorarono in quello più famoso di Pisa. La stagione artistica di Barga continua nel Novecento, e a pittori locali come Bruno Cordati e Umberto Vittorini si uniscono i nomi di Alberto Magri, Adolfo Balduini e Cesare Puccinelli.
Ancora oggi il centro è costellato di botteghe, studi e gallerie d’arte; l’Accademia dei Differenti non esiste più, ma il suo teatro continua l’attività di promozione culturale con importanti rassegne tra cui l’Opera Barga e il BargaJazz.
Se seduti a un bar del centro sentite suonare le cornamuse o vedete a scacchi rossi e verdi, continuate tranquilli a sorseggiare il vostro vino. Barga è conosciuta come la città più scozzese d’Italia perché molti dei suoi abitanti hanno scelto questa terra come meta delle loro emigrazioni.
Alcuni sono tornati in patria dopo aver fatto fortuna, altri hanno deciso di rimanere e vengono di tanto in tanto per passare le vacanze e ritrovare i parenti e le proprie radici. È questo il caso della pop star Paolo Nutini, uno dei bargo-scozzesi più famosi, anche se non l’unico.
Poi ci sono gli scozzesi che hanno scelto Barga come città adottiva pur non avendo con questa un collegamento diretto. Penso a John Bellany, ritenuto uno dei più grandi pittori contemporanei, e al musicista Hamish Moore, che a Barga ha fondato una scuola di musica tradizionale scozzese. Ogni anno la scuola organizza un corso estivo itinerante, e i vicoli del centro si animano di ritmi celtici in una settimana che prende il nome di Scottish Week.
Simbolo del legame tra Barga e la Scozia è la Red Telephone Box di Largo Emilio Biondi, una cabina telefonica arrivata direttamente da Edimburgo grazie al bargo-scozzese Mauro Cecchini, che nel 2008 l’ha donata alla comunità.
Dal 2015 la cabina rossa è anche una piccola ma fornita postazione di book crossing, dove ognuno può lasciare o prelevare il libro che vuole. Sempre nel rispetto delle regole del book crossing.
Sembra che sotto i vicoli e le piazze di Barga esista una fitta rete di cunicoli e passaggi segreti, probabilmente scavati in epoca medievale per assicurare la sortita dal castello in caso di assedio. Il tracciato di questa città sotterranea non è stato ancora ricomposto né verificato con appositi scavi, e per ora bisogna accontentarci delle testimonianze dirette e indirette degli abitanti. La sua esistenza sembra comunque molto verosimile; del resto un analogo sistema di gallerie è stato rinvenuto negli anni Cinquanta nel vicino borgo di Coreglia Antelminelli.
Sulla parete esterna del Duomo di San Cristoforo, a lato dell’ingresso, troviamo una serie di simboli che si ripete su tre righe. La stessa sequenza compare sul fianco sinistro della chiesa, stavolta accanto al portale laterale.
La curiosa iscrizione ha destato l’interesse di numerosi studiosi, che hanno rinvenuto esempi simili anche in alcune chiese di Pisa e Lucca. Ancora non è chiaro chi abbia scolpito le scritte, né quale di queste abbia costituito il prototipo per le altre, sembra però che i simboli in questione siano le lettere greche M-H-L, intervallate da croci e da triangoli con la punta rivolta verso il basso. Così stando le cose, l’incisione potrebbe costituire un’invocazione di protezione rivolta all’Arcangelo Michele e alla Santissima Trinità.
Questa però è solo l’ipotesi più accreditata, e l’enigma rimane aperto.
Nel centro e nei dintorni di Barga sono nascosti dei geocache un po’ particolari. Le famose scatoline di questa caccia al tesoro tecnologica contengono infatti delle piccole opere d’arte.
Il progetto nasce nel 2013 da un’idea di Keane, artista irlandese che dagli anni ’80 vive e lavora a Barga, con l’intento di promuovere il territorio e al tempo stesso deliziare la comunità dei geocacher con degli assaggi di arte locale.
Grazie all’opera di qualche teppista, dei venti contenitori piazzati all’inizio del progetto ne restano oggi solo nove (così riporta il sito ufficiale geocaching.com), vale comunque la pena munirsi di GPS e andare alla loro ricerca per scoprire alcuni angoli nascosti di questo affascinante territorio.
Grazie all’uso del filatoio idraulico, Bologna è stata per secoli una delle prime produttrici di seta in tutta Europa. Bene, l’inventore di questo sofisticato macchinario viene proprio da Barga.
Ser Barghesano di Bonaventura, trasferitosi nella città emiliana, nel 1272 realizza sul canale di Sovena il primo filatoio che sfrutta l’acqua come forza motrice, risparmiando all’uomo tempo e fatica. L’intuizione deve esser venuta in modo abbastanza naturale al Barghesano, provenendo da una terra ricca di torrenti e di mulini e dove l’arte della seta ha sempre fatto parte della tradizione.
Oggi Barga lo ricorda con una piazza e una targa a lui dedicate.
Benvenuto sul mio blog. Ho creato questo spazio per condividere con te curiosità, dritte e ricette della Toscana che conosco meglio. Buona lettura!
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