L'alabastro di Volterra e i suoi artigiani

Storia, caratteristiche, metodi di lavorazione e le botteghe artigiane dove acquistarlo

L’alabastro di Volterra è tra i più pregiati al mondo e rappresenta l’artigianato tipico del borgo fin dai tempi degli Etruschi.

Per scoprire da vicino le caratteristiche e i segreti di lavorazione di questa pietra unica, ho fatto visita al laboratorio artistico di alab’Arte, dove Roberto Chiti e Giorgio Finazzo portano avanti la tradizione dei mastri alabastrai nella sua forma più pura, quella della scultura.

Un grande grazie a Roberto per la generosità con cui mi ha accolto nel suo piccolo universo imbiancato.

L'alabastro di Volterra: origini e particolarità

L’alabastro di Volterra è una roccia sedimentaria evaporitica di origine gessosa (CaSO4 2H2O) e il territorio volterrano ne è ricco perché fino a circa 7 milioni di anni fa si trovava completamente sotto il livello del mare. L’emersione delle terre e l’evaporazione dell’acqua marina formarono dei bacini con un’altissima concentrazione di sali. È proprio la precipitazione di questi sali, insieme a particolari condizioni di pressione e temperatura dovute a ulteriori fenomeni di subsidenza, ad aver causato la formazione dei grandi giacimenti di gesso e salgemma che caratterizzano il territorio.

Volterra quindi non ha l’esclusiva sull’alabastro: troviamo la stessa roccia anche in altri luoghi che hanno conosciuto gli stessi fenomeni geologici (Spagna, Brasile, Romania e Francia sono solo alcuni di questi); tuttavia, l’alabastro di Volterra costituisce un’eccellenza per la dimensione dei suoi microcristalli, che lo rendono particolarmente compatto, trasparente e facile da lavorare.

Le varietà dell'alabastro volterrano

L’aspetto dell’alabastro può variare a seconda della composizione chimica del terreno circostante e l’eventuale presenza di inclusioni.

L’alabastro di Volterra ha quattro principali varietà, ognuna con un diverso grado di colorazione e lucentezza. L’agata ha un colore tra il rosso e il marrone a causa della presenza di ossidi di ferro e manganese, ed è quindi usata soprattutto per la realizzazione di figure animali; la pietra a marmo, bianca e opaca, deve il suo nome alla somiglianza con quest’altra roccia pregiata, e si presta particolarmente alla scultura; il bardiglio, con le sue venature grigie e nere, somiglia invece al granito, mentre lo scaglione è la varietà più iconica di alabastro, con il suo colore bianco latte e il suo aspetto traslucido che lo rende perfetto per la realizzazione di lampade. 

bottega artigiana di alabastro a Volterra
Modelli in gesso e macchinetta per i punti usata per riprodurre le sculture in scala

La filiera dell'alabastro: dalla cava alla bottega

Fino a qualche decennio fa, quando il settore era più vitale e godeva di maggiore occupazione, si aveva anche una maggiore specializzazione; così, una volta cavato il materiale, c’erano figure professionali differenziate che lo lavoravano in diversi modi: il tornitore si occupava delle forme rotonde, l’ornatista rifiniva gli oggetti del tornitore, lo scultore poteva essere specializzato nelle figure animali o umane e così via.

Oggi, invece, chi lavora l’alabastro lo fa dalla sbozzatura fino al prodotto finito. La materia prima non manca, quello che si sta esaurendo è la manodopera: non c’è ricambio generazionale, e questo è un fenomeno che purtroppo riguarda tutto l’artigianato italiano.

Ma la filiera dell’alabastro non si esaurisce con l’oggetto finito: la polvere di scarto viene riutilizzata per la produzione di dentifricio, per la cosmesi e per il gesso alabastrino, una delle migliori qualità di gesso, usata anche nelle accademie.

Un altro suo uso è la produzione di un collante naturale che può sostituire le colle chimiche nella lavorazione dell’alabastro, ad esempio per fissare il blocco di pietra al tornio. La sua ricetta, tramandata da secoli da bottega a bottega, prevede la bollitura della polvere di marmo insieme a una resina vegetale chiamata colofonia.

Strumenti e metodi di lavorazione dell'alabastro

Essendo l’alabastro una roccia molto morbida, gli strumenti dell’alabastraio sono gli stessi che troviamo nella lavorazione del ferro o del legno. L’unico arnese specifico è la scuffina, una specie di lima che può avere varie sezioni: piatta, tonda, a coltello ecc. Altri strumenti usati sono il tornio, la raspa da legno, il martellino pneumatico, la fresa, il ferro a forza, i ferrini a due tagli per i dettagli e carte vetrate di varie grane per levigare.

Una curiosità: anticamente la moderna carta vetrata era sostituita dalla pelle di gattuccio essiccata e dalla pianta dell’equiseto, con cui si sfregava l’oggetto sotto l’acqua.

Per realizzare una scultura si parte dal blocco di alabastro, che con un argano viene posizionato sul trespolo. Questo può essere scolpito liberamente oppure rappresentare fedelmente un modello. In questo caso, si registrano le proporzioni del modello con la macchinetta per i punti e si riportano sul blocco di alabastro per capire fino a che profondità sbozzare la pietra con il martellino pneumatico, dopodiché si procede a occhio.

La tornitura è una tecnica di lavorazione molto più veloce e semplice: fissando il blocco sul tornio, si modella prima l’esterno e poi si svuota all’interno.

strumenti di lavorazione dell'alabastro
Scuffine, raspe, frese e scalpelli sono solo alcuni dei ferri del mestiere del mastro alabastraio

Diffidare dalle imitazioni: dove acquistare l'alabastro a Volterra

Nelle bancarelle e in alcuni negozi turistici di Volterra, è facile trovare oggetti e souvenir realizzati in falso alabastro. Magari posizionati su una base di pietra pura per sembrare più veritieri, questi sono in realtà prodotti con un impasto di polvere di alabastro e resina poliestere colato negli stampi.

E allora come si riconosce il falso alabastro? Osserva bene l’oggetto: un falso non ha trasparenze, venature né altri tipi di imperfezioni; inoltre è molto più leggero di un oggetto in vera pietra e anche il suono che produce è differente, perché formato al 50% da plastica. Va da sé che i due prodotti hanno anche una notevole differenza di prezzo, dovuta non solo alla materia prima, ma anche alla diversa procedura alla base della loro realizzazione: mentre una statuetta in falso alabastro è un prodotto stampato, quella in vera pietra è stata scolpita a mano.

Queste sono le informazioni che Roberto di alab’Arte mi ha gentilmente donato insieme al suo tempo. Dal canto mio, posso fornirti una mappa con alcune delle botteghe artigiane di alabastro che potrai trovare passeggiando nel centro storico di Volterra.

A.L.I. e Artieri Alabastro sono grandi produttori dalla storia antica; alab’Arte, Daniele Boldrini, Gloria Giannelli e Oasi’s sono realtà più piccole specializzate in produzioni artistiche, dalle più classiche sculture agli oggetti di moderno design. A te la scelta!

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